destionegiorno
Sono originario di Cuorgnè (TO), un paese nel verde Canavese, non lontano dal Parco Nazionale del Gran Paradiso, dove fischia la marmotta, saltella il camoscio e regna maestoso lo stambecco...comunque anche la grandiosa capitale sabauda non dista molto, intrisa di storia...Da un pò d'anni abito a ... (continua)
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Marco Cortese
Le sue 251 poesie in Amore
Se calan le nubi
sui nostri aridi cuori
e siam oppressi dai timori
vieni, Amor, a sostenerci
Se la luce scompare
e su noi s’abbatte il tetro buio
che par persa la via
vieni, Amor, a sostenerci
Se la strada si fa sì irta
e sdrucciolevole il
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Che vuoi da me, malo uomo
che non mi sembri mai domo?
Eppur già ti risposi,
allor vuoi che aumenti le dosi?
Colpa tua sol è
se bellezza non v’è
sì, versa le tue grigie lacrime
e scrivi le tue rime
Ah, ah, io ci rido
e ti irrido
misero che
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Ove sei bellezza?
Ohimè, che stranezza
ché sempre fuggi al mio cospetto
e non mi porgi alcun rispetto
Me misero, vita grama
per chi non ama
al tacer d’affetto
mi sento reietto
Che mal ho fatto
per esser così disfatto
in tal guisa
che
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O casta Diva
che perenne alberghi
nel nio malato cuor,
sol una parola dimmi
Sicché io possa dir “Viva!”
e lo spirto mi s’allarghi
ché un suono d’Amor
in richiamo dica “Eccomi!”
Che’l pensier a te rivolto
sì fugge fiero e tosto
e in speme il
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Di cotanta bellezza
stavasi attorniata
che d’aureola in altezza
era contorniata
All’’altrui sguardo era avvezza
ma giammai plagiata
ché all’om solo dava ebbrezza
per quant’era amata
Dolze viso fra fluenti cavelli
ornati di dorati
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Quando il Sol d’aurora si tinge
e corre il raio a baciar la tua bocca
il tuo viso di gioia strabocca
ché’l lieto novo attinge
E nel gaio viver si stringe
ché’l quieto giorno s’arrocca
anco in beltade della tua ciocca
e la nera notte
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Ove sei fuggita?
Ove ti celi?
In un campo di grano
Spero
indorato dai fulgidi papaveri,
i tuoi occhi azzurri scompaiono
nel ceruleo
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S’Amor non mi sovrasta
inutil è il percorso
ché poca luce veggo
e ciò mi devasta
A volte dico basta
ché vico cieco scorgo
che volge al dileggio
e’l cor mi sobbalza
Dipoi par giungere un bel dì
che l’animo
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Ecco il Sol che s’affaccia
e al tuo viso arride
or nulla più stride
e del doler non v’è traccia
Pulcherissima, or dea
t’elevi al terso ciel mattutino
all’ultimo cerchio celeste infino
ove risiede chi crea
Eh sì,
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Leggiadro mi ritrovai
fr’amate donne
in forma di fauno del buonumore
ma nessuna m’amava
Allor d’altro divagai
fra notturne fronde
nel bel mesto boschetto
ove Amor non soggiornava
Di Pan chiesi aiuto
ma anch’esso non si destava
in torpore
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Ecco ch’apari
in ver la primavera
fra fiori rari
di novella luce sfera
Degli sguardi avari
d’aria severa
cangi l’umore e li svari
e par tutt’altra era
E d’intorno l’om ti segue
passo passo sì compito
dalle mosse sì
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Tanta speme aveo in cor
or sol insidie gemono in me
che’l tempo è trascorso
e gioventù più non vien
E Amor che sol mi trafisse
in oblio mi condusse
e alfine, infimo, mi sconfisse
Or la vita cade in lagnanza
e riman fioca
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Un candor m’investe
e l’animo mio si sperde
al rimirar l’occhi tuoi grossi
e lo spirto par che s’affossi
E come colei che ven in vece
di sostegno d’una prece
ecco appari, o casta diva
portatrice di vita viva
Raggio del Sol la tua bellezza
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A volte morte vorria
al mio cospetto
s’intraprendo via ria
ch’Amor invano aspetto
Sol mi trascina beltade
chi trovo in altra vita
ma poi invero decade
ché non donna m’avvita
E sospir ne fò tanti
che lacrima s’è
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Seppur vaghe vie d’Eros percorra
ed Amor contorto incontri
senz’altro aver che scontri
e’l cor in peso è zavorra,
nel fondo de l’animo mio
che m’implora donna al cospetto
per ottener anco rispetto
freme mai sopito il mio desio
E
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Poesie
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