destionegiorno
Sono originario di Cuorgnè (TO), un paese nel verde Canavese, non lontano dal Parco Nazionale del Gran Paradiso, dove fischia la marmotta, saltella il camoscio e regna maestoso lo stambecco...comunque anche la grandiosa capitale sabauda non dista molto, intrisa di storia...Da un pò d'anni abito a ... (continua)
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Marco Cortese
Le sue 851 poesie
Tanta speme aveo in cor
or sol insidie gemono in me
che’l tempo è trascorso
e gioventù più non vien
E Amor che sol mi trafisse
in oblio mi condusse
e alfine, infimo, mi sconfisse
Or la vita cade in lagnanza
e riman fioca
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Quantunqu'ella ai miei lividi occhi
fosse sì piacente
mi sfuggì
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Mi si rabbrucia l’animo
sì percosso d’attonito moto
ch’intorno tutt’in nero cala
E disadorno lo sguardo volgo
in cerca d’una sicura guida
Ma’l destin mi soccombe storto
e la giusta via cela
del sentier che divien contorto
Fugge via la
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Tutto si perde
ne l’antri bui dello spirto
e quando ancor più ti penso
letale divien il dolor c’appare
In nero si trasforma
il novello manto verde
e pur il nevoso monte irto
si rabbuia di tenebra ravvolto
Solingo mi ritrovo
fra la
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Lancia il boccino
e che la disfida inizi
e compatta in fino
senz’ombra di vizi
Tira la boccia
e rimira il punto
e di faccia scoccia
l’avversario in disappunto
Or l’avverso segna in suo
ma tu già miri la bocciata,
oh riecco, il punto
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Andar per boschi
a sospirar Natura
quando il Sol cresce
e caccia l’aridi foschi
col raggio che perdura
e dall’oscuro n’esce
Ed un fauno incontrar
co’ l’occhi vispi e accesi
e con esso danzar
fra dirupi scoscesi
tra irti arditi roveti
e
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Una flebile pioggia cade
su d’uno spoglio albero
lacrimante pare si disfoglia
dell’ultimo fogliame
ardito nella sua
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Quivi infra Natura
vorrei trovar albergo
in ristoro del mio rotto cuore
Fra gl’ispidi cespugli
che celano il sole
Fra l’alti fusti
al raggio avvezzi
Fra le frasche indorate
dalla brezza percosse
Fra l’arcigni flutti
forati dalla
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Sgombro il ciel che più non rimbomba
l’audaci nubi or son prone fugaci
il grigio spettro or s’allontana
a fuggir nella propria arida tana,
tristo raio or malvisto albeggia
a frugar nell’ancor sordo e muto aere,
scopri l’occhi tuoi veraci, o
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Udir un rintocco
come uno schiocco
a risvegliar l’animo sciocco
L’eco si ripete
che par d’aver sete
di ciò che consegue
In suon vien l’alito di Dio
e penetra nel nostro io
con dardo di fuoco divino
Un’ombra che scorre nel cielo
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‘Che fate, miei fedeli?
il nero riposo v’avvolge
suvvia, ridestatevi!’
‘Or son lesti a venir gl’infedeli
guidati dal male che travolge
orsù, alzatevi’
Eccolo che giunge
l’infido traditor
che col bacio ferisce
Il Cristo
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Par di sozzura
il profumo che sento
dalla terra dura
rivolta in zolla a stento
Eppur da tal zozzeria
di bel concime intrisa
rigogliosa verzura nascerà
al bacio del nascente sol
Allor in tavola allegria
e fra gaie risa
fra bramose
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V’è una tenebra che percuote
al fuggir di Dio in luce
ed ogni torto animo scuote
che divien d’esso il duce
V’è d’umano un po’ poco
quando il cupo s’avvicina
ché fuggir si vorria in altro loco
ma al mal d'esser ci
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Un candor m’investe
e l’animo mio si sperde
al rimirar l’occhi tuoi grossi
e lo spirto par che s’affossi
E come colei che ven in vece
di sostegno d’una prece
ecco appari, o casta diva
portatrice di vita viva
Raggio del Sol la tua bellezza
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A volte morte vorria
al mio cospetto
s’intraprendo via ria
ch’Amor invano aspetto
Sol mi trascina beltade
chi trovo in altra vita
ma poi invero decade
ché non donna m’avvita
E sospir ne fò tanti
che lacrima s’è
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Poesie
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